LE DIVINITÀ DELL’ODISSEA

 

 

Le divinità citate più frequentemente nell’Odissea sono Zeus, Poseidone, Atena, Eolo e Ermes.


 

ZEUS

 

Zeus (o “Giove” nella versione romana) è il re degli dei, figlio di Crono e di Rea. Secondo

gli antichi Greci è il marito di Era, con la quale ha dato alla luce ben otto altre divinità:

Ermes, Artemide, Apollo, Atena, Ares, Ebe (la coppiera degli dei), Efesto, Dioniso. Gli

animali simbolo di Zeus sono l’aquila reale, che sottolinea la regalità del dio (infatti

quest’ultimo spesso viene raffigurato con il volatile sulla spalla) e il toro, che invece ne

 

simboleggia la potenza. Zeus viene spesso raffigurato come un uomo dal viso sereno, una

chioma folta e riccia, a richiamare un leone, un viso incorniciato da una barba piena.

 

 

 


ATENA

 

 

Atena (o “Minerva” nella versione romana) è figlia di Zeus e di Era. È la dea della strategia

militare, della guerra; (solamente presso i Greci) e anche della saggezza, delle arti

utili, dei mestieri e dell'ingegno. L’animale simbolo di Atena è la civetta, perché nella

mitologia greca si riteneva che la civetta fosse simbolo di saggezza, sapienza e

intelligenza, di comprensione e soluzione ad un problema, dato che con il suo sguardo

acuto riusciva a penetrare il buio e portare la luce.

Nelle rappresentazioni iconografiche, Atena indossa abiti da guerra, corazza ed elmo; ha

in mano la lancia e l’egida, lo scudo fatto con la pelle di un mostro di forma caprina: al

centro dello scudo è fissata la testa di Medusa, donatale da Perseo.

Pur dedita all’attività per eccellenza maschile, quella militare, è gelosa della propria

bellezza. Il troiano Paride, figlio di Priamo, la giudica seconda per bellezza alla dea

dell’amore Afrodite (la romana Venere). Atena non lo perdona e per vendicarsi aiuta in tutti

i modi i Greci nella guerra contro Troia.


POSEIDONE 

Poseidone (o “Nettuno” nella versione romana”) è figlio di Crono e fratello di Zeus, di Ade,

di Era, di Estia e di Demetra. Il suo simbolo è il tridente e i suoi animali sacri sono il cavallo

(creato da lui dalle onde del mare), il toro e il delfino. Il suo epiteto ricorrente è

"Enosìctono" o "Enosìgeo", cioè “scuotitore delle terre”.